🧢 YOOX: la più grande exit mai fatta per una startup italiana
Il Primo Negozio Online di Alta Moda della Storia. Ha Detto No a Bezos e Dopo 9 anni Valeva 5.3 Miliardi
“É importante anche come uno esce, non solo come uno entra ”
🎙️ Martedì abbiamo intervistato Federico Marchetti, il visionario fondatore di YOOX, pioniere dello e‑commerce nel lusso, e oggi tra i massimi esperti di sostenibilità e tecnologia nella moda. Con lui abbiamo esplorato come ha trasformato un’intuizione in un brand globale, bilanciando velocità, bellezza e valori etici e perché questo approccio continua a plasmare il futuro del lusso online. Ecco i passaggi chiave dell’intervista:
🧠 Un outsider con una missione
Dopo la Bocconi e un MBA alla Columbia, Federico Marchetti lavora in finanza. Ma non è il suo mondo. Vuole unire tecnologia, creatività e impatto. Decide di lasciare tutto per l’idea che cambierà la sua vita — e il lusso online.
🧳 Un piano scritto
Nel 1999 mette nero su bianco il progetto YOOX. Tre colonne: arte, moda, design. L’e-commerce era agli albori, il lusso lo ignorava. Ma lui vedeva un vuoto — e una possibilità. La chiave? Fare le cose in modo diverso da tutti.
🧵 Dall’intuizione solitaria al lusso globale
Nel 2000 nessuno comprava online moda di lusso. Marchetti lancia YOOX il giorno del solstizio d’estate. Un gesto simbolico — e strategico. Oggi il digitale vale quasi un terzo del mercato.
🌀 Visione + disciplina
Marchetti non si è limitato a vedere il futuro: ha costruito un modello scalabile con metodo, rigore e design. Ogni dettaglio del sito — ispirato ai templi greci, ma con anima mediterranea — doveva stupire. Tecnologia ed estetica, senza compromessi.
🌱 La sostenibilità prima che fosse trend
Nel 2009 crea YOOXYGEN, piattaforma pioniera per moda etica. Poi il lavoro con il Principe Carlo sul digital passport e sull’agricoltura rigenerativa. Per Marchetti, l’innovazione è inutile senza impatto.
🔌 L’importanza dell’anticonformismo
Federico Marchetti inserisce “l’andare contro corrente” tra i suoi consigli per chi vuole fare impresa:
“Io ho sempre applicato questa teoria nella vita: di fare sempre il contrario di quello che succede; quando tutti vendono bisogna comprare, quando tutti comprano bisogna vendere, quando tutti parlano di una cosa non bisogna farla […]”
🧭 “Fare il contrario di quello che fanno tutti”, dice. Non si tratta di provocazione, ma di strategia.
È un approccio che ha applicato fin dall’inizio: nel 2000, mentre il lusso snobbava internet, lui fondava YOOX. 🚀 Non per spirito di rottura fine a sé stesso, ma perché vedeva chiaramente un’opportunità che altri ignoravano.
Andare controcorrente, però, non è sempre una garanzia di successo. ⚠️ Può diventare una trappola, se non è accompagnato da visione, studio e buon senso. C’è una differenza sostanziale tra chi fa scelte anticonvenzionali perché ha capito prima dove sta andando il mondo e chi lo fa solo per distinguersi.
Marchetti lo sa bene: l’anticomformismo che funziona non è un gesto di ribellione, ma una forma di lucidità. 🧠 È la capacità di guardare il presente con distacco e immaginare alternative credibili, concrete. Non basta “fare il contrario”: serve sapere perché, quando e con quale obbiettivo.
Commento della settimana
Grazie per questo importante promemoria!
Hai perfettamente ragione: i trofei si dimenticano, i soldi, se mal gestiti, svaniscono. Ciò che davvero resta sono i rapporti umani, quelli costruiti con cura, tempo e dedizione.
Le relazioni autentiche si rivelano nei momenti difficili, ma anche nei momenti di successo, quando hai accanto chi è felice di festeggiare con te sinceramente. Senza voler cadere nella retorica (perché è inutile negarlo: anche altri aspetti contano, come le soddisfazioni economiche, la crescita personale, il riconoscimento professionale…), le relazioni vere rappresentano una forma di ricchezza pura.
È qualcosa che ci viene confermato continuamente anche dai grandi imprenditori e visionari che intervistiamo con Chapeau. Le loro storie ci ricordano che, al centro di ogni percorso di successo duraturo, c’è sempre una rete di persone fidate.
Riguardo alla differenza tra il network italiano e quello statunitense? Beh, è tutto un altro mondo.
Negli Stati Uniti il networking è un muscolo allenato, parte integrante del lavoro quotidiano. Le connessioni sono veloci, aperte, spesso fondate su un’idea di scambio diretto e pratico. In Italia, invece, tendiamo a costruire relazioni più lentamente, con un coinvolgimento personale più profondo e duraturo. Due visioni diverse, certo, ma non inconciliabili.
Anzi, è proprio nella fusione tra questi due approcci che potrebbe nascere qualcosa di straordinario: legami solidi, ma anche dinamici. Relazioni basate su fiducia, ma capaci di generare opportunità concrete. Che figata!
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Speriamo la lettura sia stata interessante,
Giulia, per il Team Chapeau 🧢